Febbre suina...
Non ? passato molto tempo dall?ultima ondata di panico scatenata dall?influenza aviaria
- che fortunatamente ha lasciato pressoch? indenne la popolazione europea -, ed ecco un?altra ondata di panico per un?altra possibile pandemia, questa volta non imputabile agli uccelli ma ai suini. Cos? come gli uccelli prima non c?entravano un tubo, cos? non c?entrano un tubo oggi i suini.
La colpa, come sempre, ? legata alle modalit? di allevamento intensivo delle moderne fabbriche di carni del nostro tempo. In questo caso il Messico ? ma identici allevamenti li troviamo ad esempio in Cina o a casa nostra nel triangolo Brescia-Cremona-Mantova - ospita, tra gli altri, un mega allevamento di una multinazionale americana. Solo che, a differenza del sistema europeo, il controllo sanitario degli allevamenti ? privato, dunque a carico del controllato.
Non esiste, come in Europa, un apparato statale incaricato di vigilare l?intero comparto della sanit? animale.
Cos? decine di migliaia di suini in spazi ristretti, inevitabilmente pompati da ormoni, antidiarroici, sulfamidici ed antibiotici per resistere a condizioni estreme, ideali per lo sviluppo di malattie in grado di propagarsi in tempi brevissimi e falcidiare l?intero allevamento. L?unico problema ? che tutti quei farmaci per i virus sono acqua fresca...
In questo caso, virus di ceppo aviario pare si siano ricombinati con ceppi influenzali suini e... umani. Finch? la trasmissione del virus passa da animale ad uomo ? come nel caso della SARS, l?epidemia si contiene con la quarantena degli allevamenti. Ma quando il virus ? in grado di passare da uomo a uomo, ecco il dilagare della pandemia. Per i nostri poveri suini, i sintomi influenzali sono poca cosa. Per noi no.
Una volta era la vendetta di Montezuma...ora sono i nostri stressatissimi ?animali da reddito? a vendicarsi attraverso uno degli organismi viventi pi? semplici, resistenti ed efficaci esistenti.
Le pandemie hanno costellato la storia dell?umanit?, da sempre vissute come l?ineluttabile abbattersi del fato in grado di ridimensionare drasticamente il dominio dell?uomo sulla natura.
Epidemie di tifo falcidiarono gli eserciti dell?antica Grecia, il vaiolo dimezz? l?esercito romano tra il 165 e il 180 d.c., e tra il 251 ed il 266 d.c.; nel 541, la peste bubbonica ridusse di un quarto la popolazione del Mediterraneo. La morte nera colpisce l?Europa tra il 1347 ed il 1352, e ancora una volta distrugge un terzo della popolazione. L?arte della fine del Trecento ci ha raccontato, nei Trionfi della morte, il senso di assoluta impotenza dell?uomo rispetto alla falce brandita dallo scheletro della morte. La pestilenza del 1630 riporta ancora una volta il fantasma della morte nera
nei nostri territori. Non poche chiese nelle nostre zone furono edificate dopo l?epidemia come ringraziamento dei sopravvissuti allo scampato pericolo.
Nel nostro secolo, in diciotto mesi - tra il 1918 ed il 1919 -, l?influenza spagnola ha condotto alla morte pi? di 25 milioni di persone, l?asiatica (1968-?69) 70 mila.
Di altre epidemie si parla da tempo, come ad esempio Ebola, ma pare siano cos? rapide e micidiali
da impedire la propagazione del virus.
Questa volta pare che il virus ce l?abbia fatta ad innescare il proprio meccanismo riproduttivo sulle cellule ospiti senza portare una morte troppo rapida. L?unica difesa rimane la produzione di vaccini
specifici anti influenzali. La loro messa a punto avverr? presumibilmente nell?arco di quattro mesi, tra messa a punto, sperimentazione e registrazione.
Sicuramente le pandemie faranno molto bene alle multinazionali farmaceutiche del settore, che realizzeranno profitti da record. Le stesse multinazionali che sono ormai proprietarie, attraverso incroci societari, di gran parte del sistema agroindustriale: torniamo dunque alle industrie dell?allevamento da cui tutto ? partito, e alla catena di societ? che hanno in pugno la ricerca in agricoltura, la chimica in agricoltura (concimi e fitofarmaci), tutti i sistemi di allevamento con la produzione di mangimi medicati e farmaci per gli animali.
Ancora una volta, ? tutto il sistema ad essere coinvolto.
Il parallelo con ci? che sta accadendo a livello finanziario non ? quindi un azzardo: la crisi ? di sistema e di modelli di sviluppo che hanno costi altissimi per la societ? intera.
Ma non preoccupatevi; il 2012 ? ancora lontano, e c?? ancora tempo per la profezia maya che indica in quella data l?inizio dei veri cataclismi, secondo la quale due terzi della popolazione spariranno.
Non state a toccarvi: io non ci credo, anche se il proverbio dice che a pensare male ci si azzecca sempre. Qualche gufo sulla rete comincia a dire che questo ? solo l?inizio.
E state tranquilli: mangiare carne di maiale non fa male e non ha alcun rischio sanitario:
? allevare come si alleva il problema.
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